L'intervento del prof. Vassileios Koukousas sulla Diaspora greca in Italia, in occasione delle Giornate Elleniche 2024.

La diaspora greca
Le attività dell’Istituto Ellenico di Studi 
Bizantini e Postbizantini



La diaspora greca è indissolubilmente legata alla vita dei greci fin dai tempi più remoti. Durante la seconda colonizzazione greca osserviamo una organizzata espansione coloniale degli antichi greci nel Mar Mediterraneo, soprattutto nella penisola italica, e nel Mar Nero, per un periodo di tre secoli, dall'VIII al VI secolo a.C.

In seguito, nel periodo bizantino vi furono migrazioni verso varie regioni dell'impero, compresa l'Italia. Per vari motivi, come le incursioni, per motivi religiosi, a causa della persecuzione dei musulmani. Questo flusso continuò durante il periodo dell'Impero Ottomano. Questa volta i greci si diressero verso varie città e regioni d'Europa, e molti di loro verso l'Italia. Erano principalmente studiosi, soldati, funzionari e mercanti. Particolare era la presenza dei mercanti, che si recavano a Venezia, Vienna, Valacchia, Moldavia, Olanda, Francia e altre città e paesi europei, dove si stabilirono. La loro attività si intensificò nel corso del XVII secolo, dando luogo alla fondazione di società commerciali, incoraggiando, altri connazionali a impegnarsi nel commercio nelle città europee.

A poco a poco, un numero significativo di greci si raccolse in molte città, facendo leva soprattutto sulle istituzioni familiari, sociali ed etniche, perché in molti casi i greci che si stabilirono in varie città europee erano ortodossi e, nella grande maggioranza, provenivano dalle stesse regioni e parlavano la lingua greca. Molti mercanti aprirono ditte commerciali e condussero commerci facendo affidamento sui loro familiari o in collaborazione con altri mercanti greci. Le loro reti commerciali erano basate sulle rotte commerciali terrestri che partivano dalla Macedonia, dall'Epiro e dalla Tessaglia e terminavano a Vienna, Valacchia, Moldavia, ecc., mentre utilizzavano anche rotte commerciali marittime che arrivavano dal Peloponneso, dalle Isole Ionie e dall'Egeo, Smirne e Costantinopoli con destinazione Trieste, Venezia, Livorno, Marsiglia ecc.

Con la creazione delle società commerciali, i mercanti greci ebbero la possibilità di libera circolazione dei prodotti da e verso l'Impero Ottomano, grazie alla concessione di privilegi da parte degli imperatori dell'Austria-Ungheria e della Russia. Allo stesso tempo sfruttarono i porti franchi, con i privilegi di cui godevano, come quello di Livorno e di Trieste.

Dopo l'organizzazione delle comunità greche in varie città d'Italia e in altre città europee, comparvero, soprattutto nel periodo che va dalla fine del XVII all'inizio del XVIII secolo, anche studiosi e maestri greci, che seguirono i mercanti a Venezia, Roma, Padova, Firenze, Trieste, Livorno ecc. Alcuni tra i letterati insegnavano nelle scuole greche che erano state fondate, altri erano legati alle comunità ecclesiastiche e altri ancora a ricchi mercanti, clero, funzionari e governanti, che li sostenevano in vari modi. Ciò permise ai giovani della Grecia soggiogata di viaggiare all'estero e studiare nelle università.

In questo modo furono trasmesse nuove conoscenze, ideali dell’illuminismo e furono pubblicati libri. Particolarmente importante fu il contributo dei commercianti allo sviluppo dell'istruzione fondando scuole, aiutando a pubblicare libri di testo e sostenendo gli studenti bisognosi. Pertanto, il numero dei greci nella diaspora è aumentato. A Vienna, ad esempio, mentre nel 1766 incontriamo solo 82 greci, nel 1814 il loro numero raggiunse i 4.000, molti dei quali mercanti. Inoltre Trieste nel 1823 ammontava a 3.200 greci.

Certamente, come era prevedibile, gran parte degli studiosi dopo gli studi o l'insegnamento tornarono in patria. Tuttavia, la loro presenza fu un catalizzatore, poiché trasmettevano idee, traducevano libri in greco e insegnavano nelle scuole greche, che in molti casi erano sostenute finanziariamente dalle comunità della diaspora.

Dopo la seconda guerra mondiale, migliaia di greci emigrarono nelle città dell'Europa, dell'America e dell'Australia.

Il processo e le caratteristiche dell'immigrazione durante questo periodo erano i seguenti: l'immigrato era solitamente maschio, di età compresa tra 20 e 40 anni, diplomato della scuola elementare o analfabeta, agricoltore o lavoratore non qualificato. Non conosceva la lingua del paese di destinazione e in sostanza era obbligato a socializzare con i suoi connazionali. Ma c'erano anche studenti che, terminati o non, gli studi, restavano stabilmente nelle città europee, e creavano famiglie miste.

In passato, l'Italia (1970-1990), ad esempio, accettava un gran numero di greci a studiare nelle università, principalmente nelle facoltà di farmacia, medicina, politecnico o architettura. Dopo aver completato gli studi tornavano solitamente in Grecia, mentre altri rimanevano in Italia. Sono loro che costituirono la base delle comunità greche. I lavoratori non si sceglievano l’Italia, perché i salari erano più bassi rispetto ad altri paesi europei.

I greci della diaspora di questo periodo mantenevano i contatti con la loro città natale, comunicavano spesso tra di loro, avevano fondato Associazioni culturali, Associazioni di studenti greci, e la vita parrocchiale aveva un ruolo importante nella loro vita, mentre erano fortemente politicizzati.

Dall’inizio del 21° secolo, anche un po’ prima, le condizioni sono completamente cambiate. I greci che cercano lavoro nelle strutture industriali o in altre strutture lavorative simili sono notevolmente diminuiti. Ora gli immigranti, conoscendo molte lingue, sono per lo più studenti, laureati e ricercatori, con l'obiettivo, in molti casi, di trovare lavoro nel paese straniero in cui hanno studiato una volta terminati gli studi. Nello stesso periodo, il 60-70% dei greci che immigrano sono uomini, di età compresa tra i 30 e i 40 anni, laureati in università greche o straniere, spesso con studi aggiuntivi, e non provengono da famiglie povere, ma da famiglie medie o ricche.

Quindi, oggi l’intera mentalità riguardo all’immigrazione in qualche altro paese rispetto al passato è cambiata. La gioventù vede positivamente l’immigrazione, perché dà la possibilità di essere ricompensati per ciò che si produce, e tiene conto dei benefici sociali che sono superiori rispetto alla Grecia. Oggi non si scrivono più canzoni o poesie di nostalgia per la patria. I greci viaggiano in aereo non in treno o in autobus come in passato. Oggi anche la comunicazione con la Grecia è diventata semplice tramite chiamate e videochiamate e avviene gratuitamente e i voli aerei, particolarmente dall’Europa, non sono cari.

Così i greci continuano ad emigrare. Solo nel biennio 2009 – 2011 i greci immigrati hanno superato i 120 mila. Degli almeno 190 mila laureati greci che vivono all'estero, 140 mila se ne sono andati dopo il 2010 e il numero aumenta.

I greci sono interessati a preservare gli elementi della loro cultura, ma sono anche molto interessati a conoscere la cultura del paese in cui si sono stabiliti e a prendere parte a varie attività culturali, politiche e.c. Vogliono far parte delle comunità locali, integrarsi nel Paese in cui vivono. Questo fatto porta, gradualmente, in molti casi, ad un allontanamento dalle proprie radici. Sulla base di quanto sopra, non è un caso che una piccola percentuale, solo intorno al 15%, ritorni in Grecia, spesso per motivi familiari.

Sebbene la Grecia sia un membro della famiglia europea, negli altri paesi europei le condizioni sono migliori, dove vengono preferiti per stabilirsi e lavorare. Adesso, si può facilmente cambiare residenza in un altro Paese se le circostanze e le opportunità lo consentono. La maggior parte di greci della diapora sono laureati e sono impegnati nel settore finanziario, informatico, edile ed energetico, nei servizi bancari e assicurativi, nell'istruzione e nei servizi sanitari. Ora il motivo principale del loro allontanamento è la mancanza di opportunità e di meritocrazia in Grecia, nonché la crisi economica che mantiene i salari bloccati, nonché un generale sentimento di insicurezza sociale che prevale nel Paese. Allo stesso tempo, nei paesi in cui si recano, vengono trattati come scienziati e professionisti seri.

È importante sottolineare qui che gli immigrati greci del 21° secolo hanno una percezione diversa da quella dei loro padri o nonni. Secondo le statistiche, solo 1/3 sottolinea di sostenere fortemente lo Stato Greco, mentre una percentuale altrettanto significativa dichiara che non tornerà nel paese.

In generale, però, i greci cercano di non dimenticare la propria identità e sono legati alla propria terra d'origine attraverso la musica, il cinema, la religione e la tradizione in generale.

Come abbiamo esaminato ci rendiamo conto, che nel 21° secolo le condizioni sono molto diverse rispetto al passato. La maggior parte dei greci di diaspora non è interessata ad unirsi alle comunità greche o alle associazioni culturali esistenti. Alcuni partecipano alla vita della chiesa, ma in una percentuale molto bassa. A Venezia, ad esempio, i fedeli sono numericamente pochi e i greci sono in minoranza. La maggior parte dei fedeli sono ortodossi di altre etnie, tra cui anche italiani. Quindi la chiesa, le comunità e i circoli culturali non sono la priorità dei giovani.

In Veneto, ad esempio, su oltre 3.500 greci, solo poche decine sono iscritti alla Comunità Greco Ortodossa , e ancora meno partecipano attivamente. In molte città, anche se ci sono molti greci, non sono interessati a fondare comunità o associazioni.

Gli immigrati del passato costruirono chiese, centri culturali con numerose attività, apprendimento di danze tradizionali e popolari, mostre di libri, cinema, organizzazione di serate greche con cucina greca, giornate in cui si evidenziava la cultura greca, ecc. A queste attività che producono cultura prendevano parte anche molte persone locali, grazie alle quali i membri delle comunità si avvicinano e allo stesso tempo la popolazione locale diventa partecipe della cultura greca. Adesso le condizioni, come abbiamo detto, sono diverse. Le comunità greche, per sopravvivere e far conoscere la cultura greca, non possono basare solo ai greci ma anche ai cittadini del Paese dove vivono. Organizzano per loro lezioni di greco moderno e di danze greche e fanno conoscere la cucina greca. I filelleni nell’Europa e nel mondo di solito sono più dei greci che vivono nel loro Paese e i greci dovrebbero collaborare con loro. Ecco perché assistiamo alla nascita di associazioni che non si basano esclusivamente sui greci, ma sulla tradizione e sulla cultura greca. Lo vedremo domani alla tavola rotonda, alla quale prenderanno la parola i rappresentanti di queste associazioni.

In questo ambiente è attivo dalla metà del XX secolo l’Istituto Ellenico di Studi Bizantini e Postbizantini di Venezia, che è anche l’unica istituzione di ricerca-scientifica della Grecia all’estero. In sostanza, è una cellula permanente della diaspora, che promuove la cultura e la cooperazione con università e istituzioni in Italia e all'estero. Innanzitutto va sottolineato che le attività dell'Istituto Ellenico sono rivolte a tutti: ai residenti greci di Venezia e dintorni, a tutti gli italiani, ai ricercatori da tutto il mondo e ai turisti in visita alla città.



L’Istituto Ellenico diffonde la cultura e la storia greca in vari modi:



I. Si prende cura della chiesa, dove, in collaborazione con la Sacra Arcidiocesi d'Italia e la Comunità Greco Ortodossa di Venezia, vengono svolte le sacre funzioni.

ΙΙ. Allo stesso tempo, si assicura che la chiesa fosse aperta, affinché pellegrini e visitatori possano trovarla aperta per osservare i notevoli affreschi e mosaici, la sua architettura, il campanile pendente ed essere informati sulla presenza della Comunità Greco Ortodossa e della Chiesa Ortodossa d’Italia.

ΙΙΙ. Ha il Museo delle Icone, che possiede una ricca collezione di icone bizantine e post-bizantine e che riceve numerosi visitatori.

IV. Istruisce allievi e studenti universitari che vengono della Grecia e dell'Italia per visitare il Campo dei Greci, con i suoi monumenti, dove apprendono della storia greca a Venezia.

VI. Sono ospitati molti scienziati specializzati, greci, italiani e stranieri, che studiano l'archivio della Comunità storica.

V. In collaborazione con lo stato greco sta digitalizzando, con finanziamenti di programmi europei, il suo archivio, che sarà presto disponibile per la ricerca e l'uso agli specialisti, ma anche a tutti coloro che sono interessati a conoscere la ricca storia dell'Ellenismo e dell'Ortodossia in città, che iniziò ufficialmente nel 1498 con la fondazione della confraternita e continua ininterrotta fino ad oggi.

VI. Pubblica diversi collane di libri, e la rivista scientifica TESAURISMATA, nella quale vengono presentati aspetti della cultura e della storia greca in Italia, in Europa e nel mondo intero durante il periodo bizantino e postbizantino, i legami della diaspora greca con la Grecia, e i rapporti con i residenti e le autorità locali.

VII. Collabora con le più importanti università e istituzioni dell'Italia, della Grecia e di altri paesi europei, degli Stati Uniti, dell'Egitto, dell'India, ecc.

VIII. Organizza mostre d'arte contemporanee che collegano l'antica Grecia con il presente. In questo periodo, ad esempio, nel campo dei Greci è ospitata una mostra di scultura del noto scultore greco Georgios Petridis. Contemporaneamente, organizza mostre di icone bizantine e postbizantine ed esposizioni di pittura contemporanea, presta opere ad esposizioni all'estero, come la celebre mostra organizzata dalla British Library, alla quale prestò il famoso manoscritto 05, il romanzo di Alessandro Magno, e l'icona del XVII secolo, che raffigura il santo Sisoe davanti alla tomba del Re Macedone.

IX. Allo stesso tempo sostiene le attività compiute a Venezia e in Italia che riguardano lo studio e la promozione della cultura e della storia greca.

X. Dà la possibilità agli studenti greci, italiani ed europei di svolgere ricerche o di partecipare, nell'ambito del programma ERASMUS e di altri programmi europei, alle attività dell'Istituto Ellenico.

XI. Organizza corsi di paleografia greca per studenti provenienti dall'Italia e da altri paesi europei.

XII. Ha realizzato tutti gli interventi necessari per rendere aperto al pubblico il cimitero greco di Livorno, che conserva la chiesa e le tombe di importanti famiglie greche e di altre etnie ortodosse di Livorno.

XIII. Organizza concerti di musica bizantina.

XIV. Organizza convegni scientifici internazionali a Venezia, in Grecia e altri paesi, con l'obiettivo di evidenziare le comunità greche la cultura e la storia greca e il modo in cui sono mobilitate.

XV. Promuove e mette in risalto la cultura bizantina in Grecia, Italia e altri paesi. Ad esempio, in collaborazione con la Biblioteca Nazionale di Tirana in Albania, cataloga i manoscritti greci in suo possesso.

XVI. Dei tanti Convegni Internazionali organizzati ne citiamo alcuni, nei quali hanno preso parte anche partecipanti del nostro Convegno:



· Ellenismo all’estero e rivoluzione greca, Venezia, giugno 2021.

· Il Salterio della Biblioteca Nazionale di Parigi, BNF, Grec 139, Parigi, luglio 2021

· Bisanzio e Cina, Relazioni e Parallelo, Mistra, ottobre 2021.

· Bisanzio e il mare, Venezia, marzo 2022.

· Filellenismo europeo e rivoluzione greca, Venezia, aprile 2022.

· Mobilità e Differenziazione sociale nell’area ellenica sotto dominazione veneziana, Venezia, novembre 2022.

· Espressioni delle città a Bisanzio e nel Rinascimento, Venezia, marzo 2023.

· Diaspora neo-greca nell’Italia meridionale della prima età moderna (sec. XV-XVIII), Venezia, giugno 2023.

· Mondo Greco e India, Nuova Delhi, dicembre 2022 e Venezia, settembre 2023.

· Sinai - Venezia e mondo occidentale, Venezia, novembre 2023.

· Giorno della Memoria 16 giugno 2024 – Giornata di Studio e Serata di Musica Greca - 1573 - 2023: 450 anni dal completamento della Chiesa di San Giorgio dei Greci in Venezia, Venezia, giugno 2024.



Tutti questi risultati sono raggiunti grazie al sostegno dello Stato greco. Come ho notato sopra, l’Istituto Ellenico di Studi Bizantini e Postbizantini è l’unica istituzione scientifica e di ricerca della Grecia all’estero. È supervisionato dallo Stato Greco, che ne sostiene le attività e contribuisce a promuovere la diplomazia culturale. Grazie a questo sostegno la nostra Istituzione cerca di raggiungere i suoi obiettivi. È un'impresa difficile perché dobbiamo unire il passato con il presente. E’ ben noto che la maggior parte degli stranieri sono divenuti filelleni per il loro amore e interesse per l’antica cultura classica e bizantina. Tanti amano la natura greca e l’ospitalità dei greci ma meno conoscono il contributo della Grecia nella storia contemporanea (IXX, XX, e XXI secolo). È quindi nostro dovere promuovere non solo la cultura greca antica e bizantina, ma anche quella della Grecia moderna, che, pur non essendo particolarmente conosciuta, è importante. È difficile perché tutto il mondo conosce la grandezza dell'antica Grecia e di Bisanzio, ma ci facilitano le conquiste dei greci nel corso dei secoli XIX, XX e XXI, che non sono poche. Nella musica, nella letteratura, nell'architettura e nell'arte in generale. Così sottolineamo l'atemporalità della nostra eredità e il suo legame con il passato, che ha creato la moderna cultura greca. Soprattutto in Italia, dove esiste una stretta relazione e connessione tra i due paesi a livello culturale e scientifico.

Concludendo, penso che l'attività dell'Istituto Ellenico è giudicata positivamente. Riunisce studenti greci che studiano, nonché scienziati di varie istituzioni e università in Italia. Collabora con comunità greche e scienziati italiani e stranieri impegnati nello studio della storia e della cultura greca. Partecipa alle importanti manifestazioni organizzate e sostiene la rappresentanza greca alla Biennale di Venezia.

Per tutti questi motivi sopra descritte emerge un dato importante, cioè che la cultura nella diaspora è promossa dalle comunità greche, ma anche dalle associazioni italiane e di altri paesi europei che promuovono il filellenismo. E’ in questa direzione di collaborazione che si sta muovendo l'Istituto Ellenico.

 

 





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