La bellezza
GIORNATE ELLENICHE 2016
LACCO AMENO - ISCHIA
2 OTTOBRE 2016
LA BELLEZZA
Lucrezia Mandolini , Michele Mazzella e Chiara Pilato |
VOCE
FUORI CAMPO
Il nostro percorso
poetico, come in una trilogia che si rispetti, celebra sotto luci diverse un
unico oggetto, l’antica Pithekoussai: dove si bevve vino e si parlò di
Afrodite; dove approdò, naufrago e solo, Odisseo; dove “l’uomo dal multiforme
ingegno” fu salvato dalla bellezza…
Dopo molti secoli,
con tono enigmatico, il principe Miškin nell'Idiota di Dostoevskij dirà:
"La bellezza salverà il mondo"…
E qui, nella terra
dei Feaci, Omero racconta di Nausicaa, bellissima, che salva Odisseo…
La
preghiera di Odisseo a Nausicaa. Omero, Odissea VI
Traduzione
S. Quasimodo
γουνοῦμαί σε, ἄνασσα: θεός νύ τις, ἦ βροτός ἐσσι;
εἰ μέν τις θεός ἐσσι, τοὶ οὐρανὸν εὐρὺν ἔχουσιν,
Ἀρτέμιδί σε ἐγώ γε, Διὸς κούρῃ μεγάλοιο,
εἶδός τε μέγεθός τε φυήν τ᾽ ἄγχιστα ἐίσκω…
εἰ μέν τις θεός ἐσσι, τοὶ οὐρανὸν εὐρὺν ἔχουσιν,
Ἀρτέμιδί σε ἐγώ γε, Διὸς κούρῃ μεγάλοιο,
εἶδός τε μέγεθός τε φυήν τ᾽ ἄγχιστα ἐίσκω…
E sùbito le disse
soavi, accorte parole:
"Ti supplico, o potente, in ginocchio. Sei tu forse dea o mortale? Se
alcuna delle dee tu sei del vasto cielo, per la bellezza del volto, e l'alta
statura, e l'armonia delle forme, tu
mi sembri Artémide, figlia del sommo Zeus: tanto le somigli. Ma se mortale tu
sei che vive in terra, tre volte beato
il padre e la nobile madre, e beati tre volte i fratelli. Certo il loro cuore è
tenero di gioia per te, freschissimo stelo,– quando muovi alla danza. Ma più di
ogni altro, felice nel cuore chi
supera i rivali coi doni di nozze e ti conduce con sé nella casa, poi che i
miei occhi non videro mai creatura mortale, né uomo né donna, simile a te, e
stupore mi vince a guardarti (…).
E a lui così
rispose Nausicaa dalle braccia splendenti: "O straniero, tu non sembri
un uomo malvagio o privo di senno: tu sai che Zeus Olimpio dà, quando vuole, felicità agli uomini, ai buoni e ai
malvagi; a te diede dolori, e dolori devi soffrire. Ora sei nella mia terra,
giungi alla mia città; e avrai certo una veste! e ogni cosa che ti occorre; come
ogni povero che viene implorando qui da noi. E ti indicherò la città e il
nome del suo popolo. Là, e in tutta questa terra, vivono i Feaci, e io sono la
figlia del magnanimo Alcinoo che regge il potere e la forza dei Feaci".
VOCE
FUORI CAMPO
C’è qui, in nuce,
molto di ciò che sarà detto in Grecia sulla bellezza …
La bellezza che è manifestazione del divino…
La bellezza come “armonia delle forme”…
La bellezza che rende felici…
La
bellezza che è Kalokagathía, che è insieme
bellezza e bontà (l’estetica
che manifesta l’etica), come Nausicaa, che ospita nella sua città e salva
il naufrago…
Ma la bellezza… in una Grecia dominata dalla
competizione e dalla guerra, che ruolo ha avuto?
Ce lo dice l’incipit di una delle più belle poesie di
Saffo, intitolata "La cosa più bella":
Ο]ἰ μὲν ἰππήων στρότον οἰ δὲ πέσδων
οἰ δὲ νάων φαῖσ᾽ ἐπὶ γᾶν μέλαιναν
ἔ]μμεναι κάλλιστον ἔγω δὲ κῆν᾽
ὄττω τὶσ ἔπαται…
οἰ δὲ νάων φαῖσ᾽ ἐπὶ γᾶν μέλαιναν
ἔ]μμεναι κάλλιστον ἔγω δὲ κῆν᾽
ὄττω τὶσ ἔπαται…
Dicono
che sopra la terra nera
la
cosa più bella sia una fila di cavalieri,
o di
opliti, o di navi.
Io
dico: quello che s'ama…
VOCE FUORI CAMPO
Certo, in un approccio personale alla bellezza, è bello l’amato…
Certo, in un approccio personale alla bellezza, è bello l’amato…
Ma il simbolo della bellezza oggettiva, per gli
antichi Elleni, la più bella fra i mortali resta lei, Elena di Troia.
Così la descrive uno dei maggiori poeti greci del
‘900, Giorgios Seferis, premio Nobel per la letteratura nel 1963:
Elena
Με το βαθύ στηθόδεσμο,
τον ήλιο στα μαλλιά …
τον ήλιο στα μαλλιά …
Altocinta, col sole nei capelli
E quel suo portamento
Ombre e sorrisi ovunque
Su gli omeri, su i fianchi, su i ginocchi
Pelle viva, e quegli occhi
Con le palpebre immense…
(Elena, trad. F. M. Pontani in Poesie di
Giorgio Seferis)
E. de Morgan, Elena di Troia |
VOCE FUORI CAMPO
Con il sole nei
capelli, scrive Seferis…
la Bellezza è identificata in tutta la poesia greca nello
“splendore”, al punto che Platone, nel Fedro (e dopo di lui i neoplatonici)
parlerà di una bellezza che si estranea dalle sue manifestazioni esteriori e
diventa ideale e risplende ovunque nell’universo.
Così, Saffo descrive una
“tunica
bianchissima” e una sposa, che come la luna piena, fa sparire intorno a se le
stelle luminose…
Saffo, O mia Gongila
O
mia Gongila, ti prego
metti
la tunica bianchissima
e
vieni a me davanti: intorno a te
vola
desiderio d’amore.
Così
adorna, fai tremare chi guarda;
e io
ne godo, perché la tua bellezza
rimprovera
Afrodite.
Saffo - Plenilunio
(Sapph. fr. 34 LP)
Le stelle, certo, attorno alla bella luna
indietro nascondono il luminoso volto,
quando, piena, più che mai risplende
sulla terra tutta
VOCE
FUORI CAMPO
Ma anche quando Omero, nell’Iliade, vuol descrivere la
bellezza maschile, è sempre allo splendore che ricorre… Così, quando Afrodite
invita Elena a tornare a casa, lo fa con queste sensuali parole…
Omero, Iliade, III, vv.
390-393.
“Egli è nel talamo, sul
letto rotondo,
luminoso di bellezza nelle sue splendide
vesti;
non diresti che da un
duello ritorni,
ma che vada ad una festa o,
da una festa tornato, riposi”
Gli amori di Paride ed Elena (Les Amours de Pâris et d'Hélène) di Jacques-Louis David (1788), Louvre. |
VOCE FUORI CAMPO
Il collo, la spalla, i capelli… la bellezza che per prima
colpisce e quella del corpo…
ARCHILOCO
LIETA S'ALLEGRA
LIETA S'ALLEGRA
Col ramoscello di mirto
e un tenero boccio di rosa lieta s'allegra.
La morbida chioma
il collo e le spalle le inonda.
ASCLEPIADE
Divina Bruna
Vinto m'ha Didima di me beffandosi.
Ahimé, come cera al fuoco mi struggo
solo a vederla, tanto è bella!
È bruna? Che conta?
Anche i carboni
come corolle di rose brillano, se li accendi.
RUFINO
Dei, non sapevo che Citerea, dopo aver sciolto
di sua mano le trecce sul collo, faceva il bagno.
Perdono, signora, non t’irritare con i miei
occhi
che hanno visto la tua figura immortale.
Ora ho capito: non è Afrodite, è Rodoclea. Ma
questa bellezza
da dove viene? L’hai tolta, io credo, alla dea.
Il collo, la spalla, i capelli… la figura immortale…
Ma il pensiero greco ci insegna che il cammino è graduale: dalla bellezza dei corpi, si passa
alla bellezza dello spirito, per raggiungere la bellezza in sé,
che riconduce l’uomo alla verità e al sommo bene… Così Platone:
«Cominciando dalle bellezze di questo mondo, in
vista di quella ultima bellezza salire sempre, come per gradini, (…) dai bei
corpi a tutte le belle occupazioni, e da queste alle belle scienze (…) e
conoscere all’ultimo gradino ciò che sia questa bellezza in sé. Questo è il
momento della vita, caro Socrate, o mai più altro, degno di vita per l’uomo,
quando contempli la bellezza in sé».
Al centro Platone con Aristotele ne "La Scuola di Atene" di Raffaello |
Ma
la bellezza ha una funzione centrale anche nella paideia, cioè nell’educazione
dei giovani. Ce lo ricorda ancora Platone, lo insegna Aristotele nella Politeia
… ma diventa un’idea diffusa nella cultura greca…
Non
è un caso se, in una delle regioni più greche d’Italia, la Sicilia, immersa nel Mediterraneo, un giovane
di nome Peppino Impastato, prima di essere ucciso
dalla mafia nel Maggio del 1978, a causa del suo impegno contro la devastazione
del paesaggio, scriveva:
«Se si insegnasse la Bellezza alla
gente, la si fornirebbe di un’arma contro la rassegnazione, la paura e
l’omertà. All’esistenza di orrendi palazzi sorti all’improvviso, con tutto il
loro squallore, da operazioni speculative, ci si abitua con pronta facilità: si
mettono le tendine alle finestre, le piante sul davanzale, e presto ci si
dimentica di come erano quei luoghi prima, ed ogni cosa, per il solo fatto che
è così, pare dover essere così da sempre e per sempre»
È per questo che bisognerebbe educare la
gente alla Bellezza: perché in uomini e donne non si insinui più l’abitudine e
la rassegnazione ma rimangano sempre vivi la curiosità e lo stupore».
Eppure la bellezza, come ogni realtà
dell’universo, diviso fra bene e male, kosmos
e Chaos, luce ed oscurità, ha tratti
talora ambigui…
Così conclude Seferis la sua poesia
dedicata ad Elena, altocinta… che alla fine si rivela solo un “fluttuare di
lino”, una nuvola, uno scarto di farfalla… un nulla…
Και στην Τροία;
Τίποτε στην Τροία – ένα είδωλο.
Έτσι το θέλαν οι θεοί…
E a Troia? Nulla,
nulla a Troia – un fantasma.
Volontà degli dei.
E Paride giacque con un’ombra
quasi che fosse cosa salda; e noi
ci sgozzammo per Elena, dieci anni.
Sulla Grecia piombò grave travaglio.
Tanti corpi gittati
Nelle fauci del mare, nelle fauci
della terra, e le anime
consegnate alla mole, come grano.
I fiumi si gonfiavano,
tra la melma, di sangue
per un fluttuare di lino, una nuvola,
per uno scarto di farfalla, una piuma di
cigno,
per una spoglia vuota, per un’Elena.
poesia di G. Seferis traduz
di F. M. Pontani
Ma questa “spoglia vuota”, quanti sogni,
quanti desideri, quante illusioni… Ma anche quante sensazioni, quante passioni,
quante gioie… Lo ricorda Antonia Pozzi, poetessa milanese della prima metà del
‘900, che vogliamo ricordare per un omaggio finale al nostro Pese, l’Italia,
con questa magnifica poesia intitolata “Bellezza”…
Ti
do me stessa,
le mie notti insonni,
i lunghi sorsi
di cielo e stelle – bevuti
sulle montagne,
la brezza dei mari percorsi
verso albe remote.
le mie notti insonni,
i lunghi sorsi
di cielo e stelle – bevuti
sulle montagne,
la brezza dei mari percorsi
verso albe remote.
Ti
do me stessa,
il sole vergine dei miei mattini
su favolose rive
tra superstiti colonne
e ulivi e spighe.
il sole vergine dei miei mattini
su favolose rive
tra superstiti colonne
e ulivi e spighe.
Ti do
me stessa,
i meriggi
sul ciglio delle cascate,
i tramonti
ai piedi delle statue, sulle colline,
fra tronchi di cipressi animati
di nidi –
i meriggi
sul ciglio delle cascate,
i tramonti
ai piedi delle statue, sulle colline,
fra tronchi di cipressi animati
di nidi –
E tu
accogli la mia meraviglia
di creatura,
il mio tremito di stelo
vivo nel cerchio
degli orizzonti,
piegato al vento
limpido – della bellezza…
di creatura,
il mio tremito di stelo
vivo nel cerchio
degli orizzonti,
piegato al vento
limpido – della bellezza…
VOCE FUORI CAMPO
Nella routine,
nella quotidianità del lavoro, della casa, degli affetti, talvolta nel dolore,
non è facile riconoscere la bellezza…
Eppure basta alzare lo sguardo, per
accorgerci che è tutta intorno a noi, ci circonda.
E’ nelle piccole
cose, come nei paesaggi mozzafiato, è negli occhi di un figlio, è nel sorriso
di chi ami…
Dice Franz Kafka:
“La giovinezza è felice perché ha la capacità
di vedere la bellezza.
Chiunque sia in grado di mantenere la capacità
di vedere la bellezza …
non diventerà mai vecchio”.
VOCE FUORI CAMPO
Ecco, chiudiamo così queste letture in onore dell’antica
Pithkoussai, augurando a tutti di saper scorgere, sempre e ovunque, la
bellezza…
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