Vino e amore
Lacco Ameno, Villa Arbusto, 2 ottobre 2016
Giornate Elleniche 2016
Giornate Elleniche 2016
Carmine Stornaiuolo, Claudia Cortese e Chiara Pilato
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VOCE FUORI CAMPO:
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VOCE FUORI CAMPO:
Sulla coppa
di Nestore, conservata a pochi metri da qui, nel museo di Lacco Ameno, troviamo
incise parole apposte, forse da mani diverse, durante un simposio di oltre 2.700
anni fa…
E’ la più
antica epigrafe scritta in lingua greca che sia mai stata rinvenuta …
LETTORE:
Νέστορός: [εἰμι]: εὔποτ[ον]: ποτέριο[ν]
hὸς δ᾽ἂν το̃δε π[ίεσι]: ποτερί[ο]: αὐτίκα κε̃νον
ἵμερ[ος αἱρέ]σει: καλλιστ[εφάν]ο: ᾽Αφροδίτης
hὸς δ᾽ἂν το̃δε π[ίεσι]: ποτερί[ο]: αὐτίκα κε̃νον
ἵμερ[ος αἱρέ]σει: καλλιστ[εφάν]ο: ᾽Αφροδίτης
Di Nestore son io da ber coppa pregiata
di coppa tal chi beva, lui desio
presto avrà di Afrodite ben coronata…
VOCE FUORI CAMPO:
Edith Hall
(nel volume “Gli antichi greci”, edito da Einaudi quest’anno - 2016, a pagina 28
s.), scrive:
“La
personalità peculiare degli antichi greci (…) diviene evidente fin dal momento
in cui le prime parole greche trascritte secondo l’alfabeto fonetico fenicio
irruppero nella nostra storia…
Nella coppa
di Nestore è ravvisabile la maggior parte degli elementi che resero particolari
gli antichi Greci: l’iscrizione è opera di persone in gara tra loro che hanno
rapidamente imparato da un popolo straniero una nuova abilità: la scrittura;
gli autori dei versi si permettono un motto di spirito irriverente, che smitizza
sia una figura eroica di status elevato (Nestore
ndr) sia il solenne genere letterario dell’epica; li sentiamo parlare
apertamente di sesso; amano il piacere, in particolare l’uso ricreativo del
vino, come elemento inscindibile della loro identità…
I Greci che
incisero l’iscrizione sulla “coppa di Nestore” mentre si godevano una bella
bevuta su un’isola remota, (qui, a Pithekoussai
ndr), erano già tipici rappresentanti degli antichi Greci…
LETTORE:
Di Nestore son io da ber coppa pregiata
di coppa tal chi beva, lui desio
presto avrà di Afrodite ben coronata…
VOCE FUORI
CAMPO:
Qui, a Pithekoussai, una coppa parla
di sé…
Altrove, al di là del mare, una
coppa gioisce, perché Zenofila, l’amata, appoggia al suo bordo le labbra…
MELEAGRO
Invidia
Gioì
la dolce coppa, perché di Zenofila,
ad
Eros cara,
toccò
la garrula bocca.
Oh
fortunata!
Le
sue su le mie labbra aver vorrei,
tal
che, d'un fiato,
l'anima
tutta mi bevesse.
VOCE FUORI
CAMPO:
Il vino… per i Greci fu dono divino
per porre rimedio al dolore dell’uomo…
Nella Baccanti, Euripide fa descrivere da Tiresia all’empio Penteo i benefici procurati da Dioniso agli
uomini… (vv. 278-285)
LETTORE:
ὁ Σεμέλης
γόνος
βότρυος
ὑγρὸν πῶμ᾽ ηὗρε κεἰσηνέγκατο
θνητοῖς, ὃ
παύει τοὺς ταλαιπώρους βροτοὺς
λύπης, ὅταν
πλησθῶσιν ἀμπέλου ῥοῆς,
ὕπνον τε
λήθην τῶν καθ᾽ ἡμέραν κακῶν
δίδωσιν,
οὐδ᾽ ἔστ᾽ ἄλλο φάρμακον πόνων.
οὗτος θεοῖσι σπένδεται θεὸς γεγώς,
ὥστε διὰ τοῦτον
τἀγάθ᾽ ἀνθρώπους ἔχειν.
“Il figlio
di Semèle (Dioniso), trovò l'umida bevanda
che deriva
dal grappolo e la introdusse tra gli uomini.
E quando di
questo flusso che sgorga dalla vite gli infelici
mortali se
ne riempiono, esso li affranca dal dolore,
e dà loro il
sonno, oblio dei mali che giorno dopo giorno
sopraggiungono:
altro rimedio non c'è delle loro pene.
Questo dio,
che tale è, viene libato agli dei, cosicché
i beni che
toccano agli uomini, si devono a lui.”
(trad.it di
V. di Benedetto)
VOCE FUORI
CAMPO:
Forse, direte, è presto per parlare
di vino… non sono ancora le 11 del mattino!
Ma qui siamo in Grecia…
Cosa ne direbbe, ad esempio, Alceo?
LETTORE:
Alceo, Il
dono di Dioniso fr. 346
Πώνωμεν· τί τὰ λύχν' ὀμμένομεν; δάκτυλος ἀμέρα·
κὰδ †δ' ἄερρε κυλίχναις μεγάλαις †αιταποικιλλις†·
οἶνον γὰρ Σεμέλας καὶ Δίος υἶος λαθικάδεον
ἀνθρώποισιν ἔδωκ'. ἔγχεε κέρναις ἔνα καὶ δύο
πλήαις κὰκ κεφάλας, <ἀ> δ' ἀτέρα τὰν ἀτέραν κύλιξ
ὠθήτω
ALCEO
Oblioso vino
Oblioso vino
Beviamo.
A che attendere le tenebre?
Fugace
è il giorno.
Prendi,
caro, le grandi coppe variopinte.
Di
Zeus e Sèmele il figlio, ai mortali
il
vino largì, oblio agli affanni.
Mesci!
Fino all'orlo sian colme le coppe
e
l'una cacci l'altra.
VOCE FUORI
CAMPO:
Sulla
coppa di Nestore abbiamo letto che il vino fa insorgere il desiderio di Afrodite…
Ma
Asclepiade nota come il vino talora disveli i sentimenti più profondi… e celati…
(Asclepiade Anth. Pal., XII, 135)
Οἴνος ἔρωτος ἔλεγχος· ἐρᾷν ἀρνεύμενον ἠμῖν
ἤτασεν ἐν πολλῇ Νικαγόρην προπόσει
καὶ γὰρ ἐδάκρυσεν καὶ ἐνύστασε, καὶ τι κατηφὲς
ἔβλεπε, χὡ σφιγθεὶς οὐκ ἔμενε στέφανος
Il vino è spia
dell’amore
Il
vino è spia dell'amore.
Ci
diceva Nicàgora di non amare,
ma
lo tradirono i molti bicchieri.
Abbassò
il viso e pianse: un'ombra
gli
velava lo sguardo:
nemmeno
la corona di viole
gli
rimase stretta sul capo.
(dall’Antologia Palatina, XII, 135 – Trad. Alceste Angelini)
VOCE FUORI
CAMPO:
Il più delle volte, però, Asclepiade e
Meleagro lo sanno, bere aiuta a dimenticare l’amore non corrisposto…
ASCLEPIADE
Ruit hora
Bevi
Asclepiade; perché tante lacrime?
Non
tu solo vittima sei di Afrodite tiranna,
né
contro te solo, i dardi vibrando l'arco tese
Eros
crudele. Perché, vivo, nella cenere giaci?
Beviamo
di Bacco la limpida bevanda!
Fugace
è il giorno;
la
sonnolenta lampada attenderemo?
Beviamo.
Non ami? Poco tempo ancora,
misero,
e la lunga notte dormiremo.
MELEAGRO
Piange la rosa
Mesci
e ripeti ancora: « Per Eliodora! »
Ripeti,
e il dolce nome col vino schietto confondi,
e
la ghirlanda ancora di odorose essenze stillante,
anche
appassita, ricordo di lei, sul capo mi poni.
Vedi,
piange la rosa, agli amanti amica,
perché,
lungi da me, in braccio d'altri la vede.
VOCE FUORI
CAMPO:
L’amore… fonte di gioia e dolori per la donna e per l’uomo
di ogni tempo, raccontato e cantato magistralmente dai Greci…
Lo racconta Fileta, un pastore che
alleva due bambini abbandonati in fasce sull’isola di Lesbo…
Crescono Dafni e Cloe, fra il cielo
e il mare della Grecia, sulla terra riarsa e al vento dell’Egeo, ma non
conoscono l’amore…
Eros, colpito dalla bellezza di
questi ragazzi, fa che nasca in loro una attrazione sempre più intensa, di cui
non riescono a spiegarsi la ragione…
Così la chiedono al vecchio Fileta… che
racconta:
La potenza
dell’amore
Πάλιν οὖν ὁ Φιλητᾶς ἔφη ‘θεός ἐστιν, ὦ παῖδες, ὁ Ἔρως, νέος καὶ καλὸς καὶ πετόμενος: διὰ τοῦτο καὶ νεότητι χαίρει καὶ κάλλος διώκει καὶ τὰς ψυχὰς ἀναπτεροῖ. ’ …
«Eros è un dio, ragazzi miei, giovane, bello e dotato di ali; per questo
ama tanto la compagnia dei giovani, corre dietro alla bellezza e mette le ali
al cuore.
I suoi poteri vanno ben oltre quelli di Zeus: egli domina gli elementi,
domina gli astri, domina gli dei …..
Anch'io sono stato giovane e ho amato Amarillide con passione: dimenticavo
di mangiare, non assumevo più nulla da bere, non riuscivo a prender sonno.
L'animo soffriva, il cuore sussultava, il corpo era di ghiaccio; gridavo
come se mi stessero picchiando, stavo muto come morto, mi immergevo nelle acque
dei fiumi come se avessi preso fuoco. …
In realtà, contro Eros non esiste rimedio né pozione né pasticca né
incantesimo, se non baciarsi, stringersi e giacere insieme con i corpi nudi».
Louis Hersent, Dafni e Cloe, 1817 |
VOCE FUORI
CAMPO:
Ma la poesia nasce in Grecia… e tante volte la Grecia ha
cantato l’amore…
ARCHILOCO
Malattia d’amore
Giaccio in preda all'amore, disperato,
senza respiro, da dolori atroci
per volontà divina
trafitto nelle ossa.
Smarrimento
Tale voglia d'amore, abbarbicandosi
al di sotto del cuore, mi versò
fitta nebbia sugli occhi e, come un ladro,
strappò dal petto l'anima indifesa.
SAFFO
Passione
Squassa amore il mio cuore,
come vento che al monte
sulle querce s'abbatte.
Gelosia (fr.31)
Pare a me che uguale agli dèi lo sia,
l’uomo che davanti ti siede e intanto
t’è vicino e sta ad ascoltare come
dolce tu parli
e sorridi amabile -e allora il mio
cuore resta attonito dentro il petto,
solo che io ti veda non più mi resta
voce a parlare
ma la lingua tace spezzata, un fuoco
tenue sotto pelle mi va correndo,
gli occhi miei non vedono più, un ronzio
ho nelle orecchie,
un sudore freddo mi bagna, e tutta
mi pervade un tremito, sono verde
più dell’erba, a un passo dall’esser morta
paio a me stessa:
ma tutto si può sopportare…
NOSSIDE
Tutto vince amore
«
Di quante al mondo dolcezze sono,
nessuna
più dolce è dell'amore
e
anche il miele io sputo. »
Questo
dice Nosside. E chi di Cipride
il
bacio non sa, quegli ignora
quali
sian d'Afrodite le rose.
VOCE FUORI
CAMPO:
Fortunati quanti trovano l’amore e lo conservano fino
all’ultimo respiro della vita…
Ma può accadere che non lo si trovi; o che, trovato,
lo si smarrisca; o ancora che l’amato svolti l’angolo della vita prima del
tempo…
E torna allora nella poesia greca il vino, come
rimedio alle “piogge della vita”….
ΠΙΕ ΣΤΟΥ ΓΙΑΛΟΥ ΤΗ ΣΚΟΤΕΙΝΗ ΤΑΒΕΡΝΑ
di Lambros
Porfiras (1879- 1932)
Πιέ στου γιαλού τη σκοτεινή ταβέρνα το κρασί σου,
σε μι’άκρη, τώρα πούρθανε ξανά τα πρωτοβρόχια,
πιέ το με ναύτες και σκυφτούς ψαράδες αντικρού σου,
μ’ανθρώπους που βασάνισε κ’η θάλασσα κ’η φτώχια.
Πιέ το· η ψυχή σου αξένοιαστη τόσο πολύ να γίνη,
που αν έρθη η Μοίρα σου η κακιά, να της χαμογελάσης,
καημοί καινούριοι αν έρθουνε να πης να πιούν κ᾽εκείνοι,
κι᾽αν έρθη ο Χάρος, ήσυχα κι᾽αυτόν να τον κεράσης.
Bevi nella taverna buia della spiaggia il tuo vino,
in un
angolo, ora che di nuovo sono ritornate le prime
piogge,
bevilo tra
marinai e curvi pescatori davanti a te,
tra uomini
che il mare e la miseria ha devastato.
Bevilo! E il
tuo cuore si liberi dagli affanni,
perché, per
quanto il destino funesto si faccia strada
e nuove
sofferenze ti sfiorino, tu possa riderci sopra
e dire anche
a loro di bersi il loro vino.
E se anche
verrà la Morte,
tranquillamente
versale da bere.
VOCE FUORI CAMPO:
Vino, amore,
morte… storie di un tempo, storie di oggi…
Così accade che,
per oscuro destino, la coppa di Nestore viene ritrovata qui, a Pithekoussai, nella tomba di un fanciullo.
Doveva avere
poco meno di dieci anni e vino, certo, non ne bevve …
Doveva avere
poco meno di dieci anni ed Eros, certo, non conobbe …
Ma nulla accade
per caso: e quella piccola coppa, simbolo di gioia, vino, amore non poteva che
essere ritrovata lì, a ricordarci la fugacità della vita…
Perché lo “spirito
greco” è questo: beve, gioisce, schernisce, ama, ma sempre con una vena di
malinconica tristezza, di antica e profonda consapevolezza …
La Stele di
Sicilo…
« ΕΙΚΩΝ Η ΛΙΘΟΣ
ΕΙΜΙ · ΤΙΘΗΣΙ ΜΕ ΣΕΙΚΙΛΟΣ ΕΝΘΑ ΜΝΗΜΗΣ ΑΘΑΝΑΤΟΥ ΣΗΜΑ ΠΟΛΥΧΡΟΝΙΟΝ » |
« Un'immagine, [io,] la pietra,
sono; mi pone qui Sicilo, segno durevole di un ricordo immortale » |
« Ὅσον ζῇς φαίνου·
μηδὲν ὅλως σὺ λυποῦ· πρὸς ὀλίγον ἐστὶ τὸ ζῆν. τὸ τέλος ὁ χρόνος ἀπαιτεῖ. » |
« Hóson zêis, phaínou:
mēdèn hólōs sỳ lypoû; pròs olígon estí tò zên tò télos ho chrónos apaiteî. » |
« Finché vivi, mostrati al mondo,
non affliggerti per nulla: la vita dura poco. Il tempo esige il suo tributo. » |
I protagonisti delle letture:
Claudia Cortese Voce narrante
Chiara Pilato Vino e amore
Carmine Stornaiuolo Vino e amore + Canzone di Sicilo
Conte Raffaella Viaggio e nostos
Davide Laezza Viaggio e nostos
Lucrezia Mandolini Bellezza
Michele Mazzella Bellezza
I magnifici ragazzi del Liceo Statale "Ischia"
I loro Docenti:
Concetta Lauro
Caterina Latorella
Chiara Stella Schiazzano
Rosa Impagliazzo
Vincenzo Di Meglio
Insieme in questa foto!
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