L'intervento del Prof. Marco Galdi, Presidente della Società Filellenica Italiana, presso l'Ambasciata d'Italia ad Atene.

Si pubblica di seguito l'intervento che ha pronunciato il Prof. Marco Galdi, Presidente della Società Filellenica Italiana, nel corso della presentazione, avvenuta lo scorso 6 dicembre, del volume "Il Sostegno degli Italiani alla Rivoluzione Greca", ETPbooks, Atene, 2021.








Ambasciata d’Italia ad Atene, 6 dicembre 2021



Innanzi tutto, desidero ringraziare l’Ambasciatrice d’Italia in Grecia, S. E. Patrizia Falcinelli, che saluto, per l’invito ad intervenire.

Quindi saluto S.E. la Sig.ra Ministra della Cultura della Repubblica Ellenica, Lina Mendoni, tutte le Autorità, l’Editore Dott. Enzo Terzi, le Signore ed i Signori presenti.

Entrando subito nel vivo, permettetemi una valutazione complessiva del volume: il primo studio sistematico sul contributo che i patrioti italiani hanno portato alla lotta di indipendenza greca. Allo stato mi pare di poter dire che il volume dell’ETPbooks, pubblicato con il sostegno dell’Ambasciata d’Italia e dell’Istituto Italiano di Cultura di Atene, costituisca un necessario punto di riferimento per ogni successivo studio.

Ciò fa onore alla nostra Ambasciata, che sostenendo questa azione culturale favorisce l’intensificarsi di un clima di vicinanza e solidarietà fra i nostri Popoli.

Anche se, per la verità, non è solo un luogo comune che, al di là delle decisioni dei Governi, i popoli italiano e greco abbiano da sempre sentito una profonda affinità, una sostanziale identità culturale: peraltro, le vicende descritte nel volume che oggi si presenta confermano che il filellenismo militante italiano sia stato, negli anni della lotta per l’indipendenza greca, un movimento di popolo, che ha sostenuto, al di fuori di ogni logica politica e di definizione di nuovi equilibri internazionali, il popolo greco, avvertito come fratello.

In questa lotta per la libertà c’è l’origine della nuova Grecia. Ma il suo DNA, le aspirazioni più profonde e le ragioni del costituirsi, con orgoglio, come Stato Nazionale, si trovano in un documento, la prima Costituzione della Grecia, di cui mi sono occupato, da costituzionalista, nel volume che oggi presentiamo.

Certo, non è possibile dare qui conto di un contributo che analizza testualmente la Carta di Epidauro, comparandola ad analoghi documenti costituzionali che negli anni immediatamente precedenti venivano adottati, soprattutto in Francia ed a Cadice, in Spagna.

Si tratta di un documento nel quale è possibile rinvenire le principali radici identitarie della nuova Nazione: quella antica, che affonda profondamente nella storia del glorioso popolo degli Elleni; e quella bizantina, che nella religione ortodossa trova la propria più marcata connotazione.

E’ un documento di chiaro stampo liberale, in cui si afferma il primato della legge, uguale per tutti, ed un primo riconoscimento dei diritti inviolabili.

E’ un documento, infine, dal quale emerge con forza l’aspirazione della Grecia a sedere nel consesso delle Nazioni europee…

Ma qualche accenno ulteriore mi pare utile.

Nell’età antica, probabilmente fin dal VI secolo a.C., ad Epidauro si svolgeva il rito del “sogno incubatorio”: i pellegrini giunti al santuario compivano una serie di rituali di purificazione; quindi, finalmente, dormivano nel tempio, in attesa che Asclepio, il dio della medicina, figlio di Apollo, venisse loro in sogno e portasse la guarigione.

Nel 1821 Epidauro era ancora un topos onirico: un piccolo villaggio di contadini, nell’Argolide, alla periferia orientale del Peloponneso, dove i patrioti greci sognarono un futuro di indipendenza, di libertà e di democrazia; ed impressero questa visione nella loro prima Costituzione.

Il documento, approvato fra il dicembre 1821 e il gennaio del 1822, era espressamente qualificato come “provvisorio” ed avrebbe avuto scarsa e poco duratura applicazione: a poco più di un anno, nel 1823, ad Astros, sarebbe stato sostituito da un’altra Costituzione.

La Carta di Epidauro si propose soprattutto l’organizzazione dell’embrionale Stato greco: il potere legislativo, l’esecutivo, il giudiziario…

E’ probabile che, in particolare, la scelta a favore della forma di governo direttoriale (che collocava al vertice del Potere esecutivo un collegio composto da cinque membri, eletti dall’organo legislativo, ma successivamente autonomo da questo) fu influenzata dal ravennate Vincenzo Gallina, giunto in Grecia al seguito del conte Pietro Gamba e di Lord Byron.

Il Gallina è generalmente riconosciuto, insieme ad Alexandros Mavrokordatos ed a Theodoros Negris, come uno dei principali ispiratori della Carta, prendendo parte, pur senza diritto di voto, ai lavori dell’Assemblea che l’approvò.

E il carbonaro ravennate ben doveva conoscere la forma di governo direttoriale, di origine francese ma fatta propria dalla Costituzione della Repubblica Bolognese del 1796 e da quella Napoletana del 1799, di cui - ricorda il Francovich in un importante, per quanto risalente, contributo - “si mostra ben informato nelle discussioni della direzione settaria romagnola”.

Ma il ruolo di Gallina, per quanto rilevante – è noto che sarà insignito di prestigiose onorificenze dal Governo greco – è avvolto dalla nebbia del tempo; né, in vero, si rinvengono particolari approfondimenti storiografici sull’influenza dei patrioti italiani o europei nella stesura della Carta di Epidauro.

Eppure, la prima Costituzione greca presenta molteplici indizi che testimoniano l’attenzione che le classi dirigenti rivoluzionarie rivolgevano verso i patrioti delle altre Nazioni d’Europa.

Significativa di questa attenzione all’opinione pubblica, evidentemente non solo greca, è l’art. 46 della Carta di Epidauro, in cui ci si preoccupa di assicurare ai giornalisti “il diritto di assistere alle sessioni regolari e straordinarie dell’organo Legislativo”.

E come non pensare, leggendo questo articolo, a Giuseppe Chiappe che, soprattutto da Hydra, pubblicava giornali in lingua italiana e francese per informare sugli sviluppi della rivoluzione? O alla rivista fiorentina “Antologia” o quella milanese “Conciliatore”?

Ma, soprattutto, si segnala una grande apertura della Carta di Epidauro nel consentire l’ingresso in Grecia, con pieni diritti, a quanti fuggivano da regimi oppressivi e illiberali.

Così, nell’art. 4 essa prevede che “quanti vengono da fuori e risiedono o soggiornano entro il territorio di Grecia, di fronte alle leggi sono uguali agli autoctoni”; mentre l’art. 5 attribuisce al Governo il compito di promulgare “prossimamente” una “legge sul conferimento della cittadinanza agli stranieri eventualmente desiderosi di diventare greci”.

Non vi è dubbio che queste aperture rispecchiano la proverbiale filoxenia del popolo greco. Ma il significato è ulteriore: la Grecia che rinasce spalanca le sue antiche braccia al mondo intero; è terra di gloriose tradizioni storiche e culturali; è terra di antica conversione al cristianesimo, nella cui lingua sono stati scritti e si sono diffusi i Vangeli; è tornata ad essere terra libera; ed offre questa libertà a tutti gli oppressi d’Europa.

Quanto rispetto merita, in Europa, la Nazione Greca: per il coraggio della Sua lotta di indipendenza; per tutto ciò che ha dato nei millenni all’occidente; ed anche per questa sua prima Carta costituzionale, così fragile ed intensa, così pregna di aspettative e così fugace, scritta ad Epidauro due secoli fa.






Commenti

Post popolari in questo blog

Giornata mondiale della Lingua e della Cultura Greca 2024: le iniziative della Società Filellenica Italiana e della Società Filellenica Lombarda.

Concessa al Prof. Marco Galdi, presidente della Società Filellenica Italiana, la croce d'Oro dell'Ordine della Fenice.

Icaro e il sogno della libertà...