19 aprile 2021: filellenismo e indipendenza greca.

Il 19 aprile 1824 a Missolungi moriva Lord Byron, accorso per sostenere il Popolo greco in lotta per la propria indipendenza contro l'oppressione turca. La Grecia libera celebra, da allora, ogni anno in questa data, il filellenismo militante... 
E’ ormai tradizione che il 19 aprile, nella qualità di Presidente della Società Filellenica Italiana, con questo esordio, rivolga un personale saluto a quanti condividono i nostri ideali. 

Quest’anno, la ricorrenza dei 200 anni dall’inizio della lotta per l’indipendenza greca (1821-2021) mi induce a riflettere su questo anniversario, sulla partecipazione dei filelleni italiani a quella lotta, che comportò anche un importante tributo in termini di vite umane, sul significato che quel sacrificio assume per noi, uomini del XXI secolo. 



Pur non essendo uno storico, posso affermare che intenso fu il rapporto fra patrioti italiani e greci: per “gli italiani la causa greca costituì una vera e reale fonte di ispirazione, un modello da imitare, una fratellanza che consentiva loro di palesare i propri aneliti patriottici” (S. Birtachas, Solidarietà e scambi ideologico-culturali italo-ellenici in epoca risorgimentale: l’emigrazione politica italiana nelle isole ionie e in Grecia, in Mediterranea. Ricerche storiche, Anno IX, 26/2012, 461). Cosicché da una parte l’Italia era diventata un “canale di diffusione delle idee europee in Grecia” (Idem, 462); dall’altra, a seguito del fallimento delle insurrezioni del 1820/21, si era realizzato un vero e proprio esodo di dissidenti italiani, che favorì la loro partecipazione attiva durante le azioni militari ed anche il sacrificio di molti (v. N. Nada, La partecipazione degli italiani alla guerra d’indipendenza ellenica, in C. Spetsieri Beschi - E. Lucarelli, a cura di, Risorgimento greco e filellenismo italiano: lotte, cultura, arte, Edizioni del Sole, Roma, 1986, 88, secondo il quale “la maggior parte degli italiani cadde o durante l’assedio di Nauplia (1821) oppure alla battaglia di Peta (…) del luglio 1822”). 

Ma quale valore ha per noi, oggi, quella partecipazione e quel sacrificio? 
Forte è il rischio che il ricordo sbiadito sia richiamato solo con tono retorico e celebrativo: risuoni inattuale, distante, estraneo rispetto ai nostri tempi, ai nostri problemi, lontano da un oggi per tante ragioni diverso. 
Ma la libertà della Grecia, realizzatasi pochi anni dopo la restaurazione, fu l’inizio di un vento nuovo che attraversò l’Europa e perciò il mondo, grazie al quale gradualmente molti popoli, compreso quello italiano, rivendicarono lo stesso diritto di autodeterminarsi. 
E tornare alla radice di quei processi che ci hanno condotto alla condizione di libertà di oggi non è solo retorica o celebrazione: vuol dire ricordare che la nostra libertà è frutto della lotta di chi ci ha preceduti; che se oggi ne godiamo è grazie a chi ci ha creduto, si è speso, si è sacrificato. 
E questa memoria ha un significato di straordinaria attualità: perché ogni generazione, sia pure in modo diverso, ha la sua guerra da combattere. 
Quella dei filelleni che parteciparono alla lotta per l’indipendenza greca fu una generazione ispirata da valori straordinari. Seppe condividere con un altro Popolo l’afflato della libertà, consapevole che essa costituisce un valore assoluto, che o si vince o si perde insieme, che non può prevalere se si affermano gli egoismi e la miopia della cura esclusiva del proprio orticello… 
Anche per questo, ancora oggi, siamo filelleni: per condividere gli stessi ideali, per lavorare insieme all’affermazione dei comuni valori, in un’Europa finalmente libera.

Marco Galdi 
Presidente della Società Filellenica Italiana

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