L'UNESCO riconosce la Giornata Mondiale della Lingua Greca: storica vittoria del Prof. Korinthios, della Diaspora greca in Italia, dei Licei classici italiani e dei Filelleni Italiani.
Il riconoscimento da parte dell'Unesco del 9 febbraio come Giornata Mondiale della Lingua greca corona gli sforzi, avviati nel 2014, dal Prof. Jannis Korinthios, all'epoca Presidente della Federazione delle Comunità e Confraternite Elleniche in Italia, e subito appoggiati dai Licei classici italiani e dal Movimento Filellenico.
In questo blog esprimiamo le più vive congratulazioni al Prof. Korinthios per lo straordinario risultato conseguito e presentiamo:
1) La delibera della 43° Conferenza Generale dell'Unesco che ha riconosciuto la World Greek Language day;
2) L'intervento tenuto a Milano dal Prof. Marco Galdi, Presidente della Società Filellenica Italiana, in occasione della celebrazione della Giornata della Lingua Greca il 9 febbraio 2019, nel quale si indicava la difficile sfida del riconoscimento della giornata da parte dell'Unesco come obiettivo verso il quale convogliare gli sforzi comuni.
3) I primi manifesti delle celebrazioni filelleniche ispirate dall'azione del Prof. Korinthios, del 2015 (25 ottobre) e del 2016 (20 maggio), precedenti al riconoscimento avvenuto da parte del Parlamento ellenico del 9 febbraio come Giornata mondiale della Lingua Greca, avvenuto il 24 febbraio 2017.
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2) Testo dell'intervento del Prof. Marco Galdi, Presidente della Società Filellenica Italiana, in occasione della celebrazione della Giornata mondiale della Lingua Greca, Milano, 9 febbraio 2019.
Non c’è dubbio che il riconoscimento della Giornata Mondiale della Lingua Greca da parte dell’Organizzazione delle Nazioni Unite per l'Educazione, la Scienza e la Cultura, l’Unesco, abbia quantomeno una duplice valenza: esso costituisce un passo ulteriore verso la diffusione su scala mondiale della celebrazione della lingua greca, già statuita con legge del Parlamento ellenico nel 2017; implica, inoltre, un significativo riconoscimento della centralità della lingua greca per tutto quanto concerne l’educazione, la scienza e la cultura nel mondo, nella misura in cui, quando l'Assemblea Generale delle Nazioni Unite proclama una "Giornata internazionale", lo fa per sottolineare gli aspetti importanti che il tema della giornata ha per la vita e per la storia dell’umanità.
Si tratta, quindi, evidentemente, di un obiettivo il cui conseguimento è quanto mai opportuno ed auspicabile… ma che, tuttavia, non si presenta affatto agevole.
L’Unesco celebra molte giornate mondiali, ispirate ai valori della grecità: il 21 marzo, la Giornata Mondiale della Poesia; il 23 aprile la Giornata Mondiale del Libro; il 21 maggio la Giornata Mondiale per la Diversità Culturale, per il Dialogo e lo Sviluppo; l’8 settembre la Giornata Internazionale dell’Alfabetizzazione; il 15 settembre la Giornata Internazionale della Democrazia; il 5 ottobre la Giornata Mondiale degli Insegnanti; il 21 novembre la Giornata Mondiale della Filosofia… Sarebbe difficile smentire che la poesia, la filosofia, l’insegnamento o l’alfabeto o la democrazia siano nati in Grecia; ed altrettanto smentire che “dialogo” sia parola greca o che le grandi biblioteche siano state istituite nelle città elleniche…
Ma l’Unesco celebra anche, direttamente, alcune lingue, per promuovere il multilinguismo e la diversità culturale, nonché lo stato di parità di tutte le lingue ufficiali utilizzate nell'Organizzazione. Così le Nazioni Unite celebrano il francese il 20 marzo; l’inglese il 23 aprile, il russo il 6 giugno, lo spagnolo il 12 ottobre; il cinese il 12 novembre; l’arabo il 18 dicembre.
Sono, come si è detto, le lingue ufficiali utilizzare dell’ONU. Ed esse coincidono solo parzialmente con le lingue più parlate nel mondo, che sono, rispettivamente: il Cinese mandarino (parlato da 848 milioni di abitanti madrelingua e da circa 1213 milioni di parlanti nel mondo); l’inglese (parlato da 414 milioni di abitanti madrelingua e da circa 1375 milioni di parlanti nel mondo); lo spagnolo (parlato da 410 milioni di abitanti madrelingua e da circa 500 milioni di parlanti nel mondo); l’Hindi Urdu (parlato da 324 milioni di abitanti madrelingua e da circa 406 milioni di parlanti nel mondo); l’arabo (parlato da 237 milioni di abitanti madrelingua e da circa 600 milioni di parlanti nel mondo); il Portoghese (parlato da 203 milioni di abitanti madrelingua e da circa 269 milioni di parlanti nel mondo); il Bengalese (parlato da 193 milioni di abitanti madrelingua e da circa 215 milioni di parlanti nel mondo); il Russo cirillico (parlato da 167 milioni di abitanti madrelingua e da circa 254 milioni di parlanti nel mondo); il Giapponese (parlato da 123 milioni di abitanti madrelingua e da circa 132 milioni di parlanti nel mondo); il Tedesco (parlato da 85 milioni di abitanti madrelingua e da circa 118 milioni di parlanti nel mondo); il Francese (parlato da 75 milioni di abitanti madrelingua e da circa 136 milioni di parlanti nel mondo)…
Evidentemente la scelta delle lingue ufficiali dell’ONU ha risposto più a criteri di politica internazionale che al numero di persone che le parlano, se, ad esempio l’Hindi Urdu, il Portoghese ed il Bengalese, che pure sono parlate più del Russo cirillico e del Francese, non sono lingue ufficiali delle Nazioni Unite.
Giusto per curiosità… l’Italiano è al 21 posto… (parlato da 64 milioni di abitanti madrelingua e da circa 120 milioni di parlanti nel mondo); e il Greco è al 67° posto su un totale di 103 lingue censite, parlata da almeno 13.2 milioni di persone oggi in Grecia, Cipro, Italia, Albania, Turchia e nella diaspora greca sparsa in tutto il mondo.
E allora, perché l’ONU o l’Unesco dovrebbero istituire una “Giornata Mondiale della lingua Greca”?
Non certo per il particolare peso politico che ha la Grecia in quell’organizzazione, i cui membri permanenti del Consiglio sono i cinque Stati vincitori del secondo conflitto mondiale (com’è noto la Cina, la Francia, il Regno Unito, la Russia e gli Stati Uniti).
Non certo per il numero di persone che parlano il Greco…
Altre sono le ragioni. Più profonde e radicali.
Le chiarisce Jorgos Seferis, nel magnifico discorso pronunciato in occasione del conferimento del premio Nobel per la letteratura nel 1963: “Ἀνήκω σὲ μία χώρα μικρή. Ἕνα πέτρινο ἀκρωτήρι στὴ Μεσόγειο, ποὺ δὲν ἔχει ἄλλο ἀγαθὸ παρὰ τὸν ἀγώνα τοῦ λαοῦ, τὴ θάλασσα, καὶ τὸ φῶς τοῦ ἥλιου. Εἶναι μικρὸς ὁ τόπος μας, ἀλλὰ ἡ παράδοσή του εἶναι τεράστια καὶ τὸ πράγμα ποὺ τὴ χαρακτηρίζει εἶναι ὅτι μας παραδόθηκε χωρὶς διακοπή. Ἡ ἑλληνικὴ γλώσσα δὲν ἔπαψε ποτέ της νὰ μιλιέται. Δέχτηκε τὶς ἀλλοιώσεις ποὺ δέχεται καθετὶ ζωντανό, ἀλλὰ δὲν παρουσιάζει κανένα χάσμα. Ἄλλο χαρακτηριστικὸ αὐτῆς τῆς παράδοσης εἶναι ἡ ἀγάπη της γιὰ τὴν ἀνθρωπιά, κανόνας της εἶναι ἡ δικαιοσύνη…”. E cioè: “Appartengo ad un piccolo paese. Un promontorio roccioso nel Mediterraneo, niente lo contraddistingue se non gli sforzi della sua gente, il mare e la luce del sole. E' un piccolo paese, ma la sua tradizione è immensa ed è stata tramandata nel corso dei secoli senza interruzione. La lingua greca non ha mai cessato di essere parlata. E' passata attraverso tutti quei cambiamenti attraverso cui passano le cose viventi, ma non c'è mai stata una frattura. Questa tradizione è caratterizzata dall'amore per l'umano; la giustizia è la sua norma…”.
Ecco perché è giusto chiedere questo riconoscimento.
Non per ottenere privilegi fra i grandi della terra.
Non per comunicare nel mondo globalizzato.
Ma per affermare con forza una straordinaria identità, che è ancora capace di produrre cultura, cioè profonda umanità.
Diciamo che in questo caso, a differenza di quanto è avvenuto per le altre lingue valorizzate dall’ONU, la Comunità internazionale dovrebbe riconoscere, con gratitudine, lo straordinario apporto che la Cultura ellenica, rappresentata dalla Sua lingua, ha dato all’umanità intera, scegliendo di celebrarla.
E allora, potremmo pensare ottimisticamente che quei valori, cui ci siamo nutriti e che ancora costituiscono la stella polare delle nostre azioni, non possano essere elusi, perché connessi alla struttura stessa dell’uomo di ogni epoca e latitudine.
Eppure, ad essere realisti, ci avvediamo che in luoghi consistenti (ed influenti) del globo, alcune categorie che hanno pervaso l’occidente sono tuttora estranee e percepite, magari, come pericolose.
Se è vero, ad esempio, che la democrazia è celebrata dall’ONU, fin dal 2007 come valore universale; se è vero che l’art. 21 della Dichiarazione universale dei diritti dell’uomo afferma: “La volontà popolare è il fondamento dell’autorità del governo; tale volontà deve essere espressa attraverso periodiche e veritiere elezioni, effettuate a suffragio universale ed eguale, ed a voto segreto, o secondo una procedura equivalente di libera votazione”; è parimenti vero che miliardi di persone vivono ancora in Nazioni che non conoscono o, comunque, non praticano la democrazia…
E, quindi, per questi Paesi il riconoscimento della Giornata Mondiale della lingua greca riveste una portata eversiva, di cui, forse, non ci rendiamo nemmeno del tutto conto.
Insomma, il riconoscimento da parte dell’ONU della Giornata mondiale della lingua greca ha, potenzialmente, un valore immenso e corrisponde ad una sfida complessa cui, ancora una volta, è chiamata la Grecità.
Quale il contributo che i Filelleni, in Italia e nel Mondo, possono offrire, in questa prospettiva?
Quello di affiancare, come cercano quotidianamente di fare, le Istituzioni elleniche e la Diaspora greca, perché questo straordinario risultato sia conseguito.
Magari, iniziando a coinvolgere le Istituzioni italiane, la cui sensibilità per questi temi c’è stata da sempre, a prescindere dalle maggioranze partitiche che si alternano al governo del Paese, se non altro perché nel DNA di una parte consistente dell’Italia e degli Italiani c’è la Grecia; soprattutto, grazie allo straordinario patrimonio rappresentato dal liceo classico italiano, ultimo protagonista nel mondo della trasmissione alle nuove generazioni della cultura classica greca e latina.
Magari contribuendo ad organizzare il movimento filellenico, sul modello di quanto sta avvenendo in Italia, in altre Nazioni, così che dovunque, grazie al fiorire di iniziative celebrative della Giornata, si accresca la consapevolezza del valore della lingua e della cultura ellenica, dono all’umanità.
Magari partecipando ad un tavolo istituzionale, che si faccia carico di vagliare le strategie più opportune per conseguire il risultato atteso. Tavolo che non potrà certamente escludere, accanto alle istituzioni elleniche, la Federazione delle Comunità e Confraternite Elleniche in Italia, protagonista di questa straordinaria iniziativa.
Certo, la sfida che abbiamo davanti è ardua da vincere.
Forse è addirittura impensabile riuscirci.
Ma… era “pensabile” vincere la sfida delle Termopili?
Erano “pensabili” le conquiste di Alessandro?
Era “pensabile” la continuità linguistica e culturale della Grecia durante i quattro secoli di giogo ottomano?
Era “pensabile” la riconquista della libertà nel risorgimento ellenico?
Ciò che è impensabile per chiunque altro non lo è per il Popolo greco.
I Filelleni italiani non perderanno l’occasione di essere al Suo fianco.
3) I manifesti relative alle celebrazioni
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