Il consiglio di lettura della Prof.ssa Maria Alessandra Crescitelli: con i "classici" non si sbaglia mai!

« …in greco ho pensato, in greco ho vissuto »
(Mémoires d’ Hadrien)


Le «Memorie di Adriano» sono l’ occasione di incontrare una delle figure più illuminate della storia romana; il racconto di un uomo straordinario, d’un «principe sapiente», di un «io» affascinante e messo abilmente a nudo per far risaltare un esempio di governo saggio. Compito difficile in quanto Adriano è presentato dagli storici come un personaggio unico, quasi leggendario. A tal punto che è stato arduo per l’autrice raccontare con una prosa neutra ed impassibile, solidamente costruita, la vita e le passioni contagiose di un grande imperatore, nonostante i molti clichés che ingombrano l’argomento. Le “Memorie di Adriano” sono anche una specie di diario in cui un essere/soggetto si apre agli altri, non per apparire diverso ma per testimoniare il proprio amore per la vita: sino all'ultimo Adriano continua a battersi, ad ascoltare attentamente la voce degli altri, a giudicare e ad essere giudicato. Senza mai deviare di un passo. 






SCHEDA DI LETTURA

Marguerite Yourcenar pubblica le Memorie di Adriano nel 1951, sei anni dopo la fine della seconda guerra mondiale e la scoperta della barbarie nazista, momento in cui l’Occidente si interroga sui fondamenti della sua civiltà.

Il panorama letterario degli anni ’50 / '60 è marcato dal Nouveau Roman, che rimette in causa il romanzo tradizionale. La Yourcenar sceglie invece una forma e una scrittura molto “classica” e si tuffa in un passato lontano con le memorie dell’imperatore Adriano (che ha regnato dal 117 al 138) per offrire una riflessione sull'occidente e sul senso della vita.

Le fonti principali furono la Storia Romana di Cassio Dione (80 libri, scritti in greco) e la biografia di Adriano di Aelius Spartianus contenuta nella Historia Augusta (una tra le biografie più affidabili dedicate all'Imperatore); l'autrice afferma che ha voluto "rifare dall'interno quello che gli archeologi del XIX secolo hanno rifatto dall'esterno"; attraverso la SIMPATIA (nel suo senso etimologico) votata al personaggio, e la legittimazione di un’ impresa che consiste nel “rispolverare”, ravvivare, la figura di Adriano che si fonda sì su una identità, ma soprattutto su un “avvicinamento” che le permetta di interrogarne l’interiorità.

Il romanzo si presenta come una lettera autobiografica inviata da Adriano al futuro imperatore, Marco Aurelio , ed è costituito da sei parti

1) Animula vagula blandula 
Vecchio e malato , Adriano fa il bilancio della sua vita , ritornando sui suoi gusti (amore per la caccia/disgusto per i festini romani) e i suoi princìpi di vita.

2) Varius multiplex multiformis
Adriano evoca il suo amore per l’ellenismo , la formazione militare e i suoi inizi da funzionario sotto il cugino Traiano. Partecipa alle guerre contro i Daci e i Parti. Segnato dalla violenza dei massacri, Adriano mostra volontà di pace.

3) Tellus stabilita
Adriano descrive l’inizio del suo regno sotto il segno della pacificazione dell’impero , il miglioramento della condizione degli schiavi, il consolidamento dei confini, a beneficio di un ideale “civilizzatore” capace di unificare le diversità culturali.
Adriano ricorda la passione amorosa per il giovane Antinoo, la cui morte prematura lo sconvolge e lo incupisce

4) Saeculum aureum
Adriano evoca la passione amorosa peril giovane Antinoo, la cui morte prematura lo sconvolge e lo incupisce

5) Disciplina augusta
Adriano continua l’attività politica nell’Impero e l’opera legislatrice in Italia. Vecchio e stanco, organizza la successione adottando Antonino e chiedendogli di adottare Marco Aurelio.

6) Patientia
Adriano pensa al suicidio, poi vi rinuncia. Organizza gli ultimi “compiti” ed affronta la morte guardandola dritta negli occhi.








I TEMI PRINCIPALI

· Essendo imperatore, il destino individuale di Adriano è connesso al destino collettivo. Il romanzo mostra perciò l’influenza della storia di un individuo sulla storia di molti.

· La morte è onnipresente : apre e chiude il romanzo ma è presente anche nell'intero corso della vita di Adriano.

· Per andare alla scoperta di sé Adriano riflette sulle esperienze della sua vita, ma non è facile perché l’ io è “eclettico, versatile, multiforme” (→ varius, multiplex, multiformis). Questa riflessione offre l’occasione di analisi psicologiche, politiche e letterarie.

· La scoperta dell’altro Adriano smette le conquiste militari ma si mostra affascinato dalle altre civiltà, dagli altri usi, perseguendo una conquista di conoscenze.

· Riflessione sul potere. Adriano non approva il governo di Traiano, basato sull'autoritarismo, la guerra e la conquista. Da umanista preferisce un regno fondato sulla moderazione, il pacifismo, la ricompensa del merito, un’amministrazione efficace. Da “responsabile della bellezza del mondo”, deve conservarla e perpetuarla attraverso l’architettura, le arti e la cultura.

· L’amore è molto presente nell’opera, ma solo quello per Antinoo è fondamentale. Adriano si comporta da pigmalione con Antinoo, plasmando l’essere amato e rivelando così una parte di egoismo nell’amore.



Commenti

Post popolari in questo blog

Viaggio e Nostos (ritorno) come metafore della vita

Giornata mondiale della Lingua e della Cultura Greca 2024: le iniziative della Società Filellenica Italiana e della Società Filellenica Lombarda.

Icaro e il sogno della libertà...