Un ulteriore passo verso il riconoscimento del Greco e del Latino quale Patrimonio immateriale dell'Umanità

Il Senato della Repubblica impegna di nuovo il Governo Italiano al riconoscimento del latino e del greco quale «patrimonio culturale dell'umanità»  (v. precedente Blog della Filellenica). Un ulteriore passo verso l'attuazione di uno fra i principali scopi statutari della Società Filellenica Italiana.      
Nella giornata di ieri approvato dalla 7° Commissione permanente del Senato della Repubblica ed accolto dal Governo l'ordine del giorno che   impegna il Governo: a)   a farsi garante d'una continua sensibilizzazione soprattutto nelle politiche scolastiche, per la salvaguardia concreta delle lingue latina e greca, come massima espressione della sostanza culturale d'Europa, portata in diverse parti del mondo; b)      ad istruire sollecitamente e, ove ne ricorrano i presupposti, a sostenere le proposte volte a  dichiarare il latino e il greco «patrimonio culturale dell'umanità» non soltanto europea, ma anche extraeuropea, come elemento unificante della civiltà occidentale e come eredità d'inestimabile valore lasciataci da oltre duemilasettecento anni di storia culturale; c) a voler assumersi la responsabilità di «garante della salvaguardia del latino e del greco» come discipline portanti, assieme alla filosofia, di una scuola formativa non professionalizzante, e di un'educazione globale e umana delle nuove generazioni.
Il Comunicato ufficiale del Senato:
7ª Commissione permanente (Istruzione pubblica, beni culturali)

Commissione 7ª (Istruzione pubblica, beni culturali) - Seduta n. 335

Mercoledì 22 Febbraio 2017
(16,20 -
16,55)
  • Presidenza:
    Marcucci
    Presenti per il governo:
    Cesaro, sottosegretario di Stato dei beni e delle attività culturali e del turismo
    • Procedure informative - interrogazioni

      Trattazione:
      Svolta
    • Sede deliberante

      Patrimonio culturale immateriale
      Approvato dalla Camera dei Deputati
      Relatore:
      Elena Ferrara
      Trattazione:
      Seguito e conclusione della discussione.
  • Comunicato

    Il sottosegretario Cesaro ha risposto all'interrogazione n. 3-03172 del senatore Marin su interventi di recupero dello stabilimento "Acque della Salute" di Livorno. Ha replicato il senatore Marin il quale si è dichiarato insoddisfatto. Il Presidente ha dichiarato concluso lo svolgimento delle interrogazioni all'ordine del giorno.
    La Commissione ha concluso in sede deliberante la discussione del disegno di legge n. 2371 concernente il patrimonio culturale immateriale già approvato dalla Camera dei deputati. Il Presidente ha reso alcune comunicazioni. La relatrice Ferrara ha ritirato i propri emendamenti. Sono stati accolti dal Governo gli ordini del giorno G2371/1/7 (testo 2), G2371/3/7 (testo 2) e G2371/6/7. Sono stati accolti come raccomandazione gli ordini del giorno G2371/2/7 (testo 2) e il G2371/4/7 (testo 2). Non è stato accolto l'ordine del giorno G2371/5/7, che è stato respinto dalla Commissione. Sono stati ritirati tutti gli emendamenti presentati. La Commissione ha approvato all'unanimità l'articolo 1, l'articolo 2, nonché il provvedimento nel suo complesso nel testo approvato dalla Camera dei deputati.
    Il Presidente ha comunicato che la riunione dell'Ufficio di Presidenza integrato dai rappresentanti dei Gruppi, per la programmazione dei lavori si svolgerà domani giovedì 23 febbraio, alle ore 11.45 o comunque al termine dell'Assemblea. La riunione dell'Ufficio di Presidenza integrato dai rappresentanti dei Gruppi per le audizioni sul disegno di legge 2287-bis, convocata per domani, giovedì 23 febbraio, alle ore 14, è anticipata alle ore 12 o comunque un quarto d'ora dopo la programmazione dei lavori.
    Il Presidente ha infine comunicato che i documenti acquisiti - unitamente ad eventuali integrazioni - nel corso delle audizioni svolte oggi dall'Ufficio di Presidenza integrato dei Gruppi, con riferimento all'esame dei decreti attuativi della legge n. 107 del 2015 (Buona scuola), saranno pubblicati sulla pagina web della Commissione.
    Ha comunicato altresì che sui medesimi provvedimenti è giunta alla Commissione documentazione dai rappresentanti dell'Accademia nazionale di danza che sarà anch'essa resa disponibile per la pubblica consultazione sulla pagina web della Commissione.

    L'ordine del giorno approvato:
    G/2371/1/7 (testo 2)
    Il Senato,
            in sede di esame del disegno di legge A.S. 2371 recante: «Modifiche alla legge 20 febbraio 2006, n. 77, concernenti la tutela e la valorizzazione del patrimonio culturale immateriale»,
            premesso che:
                l'articolo 1 del provvedimento in titolo ha la finalità di tutelare e sostenere il patrimonio culturale immateriale, in accordo con i principi della Convenzione Unesco per la salvaguardia del patrimonio culturale immateriale;
                per patrimonio culturale immateriale — secondo la Convenzione internazionale Unesco adottata a Parigi il 17 ottobre 2003 — si intendono le prassi, le rappresentazioni, le espressioni, le conoscenze, il know-how — come pure gli strumenti, gli oggetti, i manufatti e gli spazi culturali associati agli stessi — che le comunità, i gruppi e in alcuni casi gli individui riconoscono in quanto parte del loro patrimonio culturale, e si individuano, in particolare, i seguenti ambiti nei quali tale patrimonio culturale immateriale si manifesta: tradizioni ed espressioni orali, compreso il linguaggio; arti dello spettacolo; consuetudini sociali, eventi rituali e festivi; cognizioni e prassi relative alla natura e all'universo; artigianato tradizionale;
                l'articolo 11 della Convenzione succitata affida ad ogni Stato contraente il compito di individuare gli elementi del patrimonio culturale immateriale presente sul suo territorio e di adottare i provvedimenti ritenuti necessari a garantirne la salvaguardia;
                la Convenzione è stata ratificata dall'Italia con legge 27 settembre 2007, n. 167. Gli elementi iscritti nella Lista rappresentativa, al 27 novembre 2014, sono 348, di cui 6 italiani (Opera dei pupi, Canto a tenore, Arte del violino a Cremona, Dieta mediterranea, Le macchine a spalla, La vite ad alberello di Pantelleria);
                il patrimonio immateriale dell'umanità contribuisce a darci un senso d'identità e continuità, offrendoci un legame col nostro passato, che attraversi il presente e tenda verso il futuro. Esso contribuisce alla coesione sociale, incoraggiando un senso d'identità e responsabilità che aiuta gli individui a sentirsi parte d'una o di più comunità e della società umana in generale. Molte espressioni e manifestazioni del patrimonio immateriale dell'umanità sono oggi in pericolo, minacciate, da un lato, dalla globalizzazione e dall'omogeneizzazione culturale, dall'altro, da una mancanza di sostegno, apprezzamento e comprensione. Se il patrimonio immateriale non sarà nutrito e alimentato, rischia di scomparire per sempre, o di congelarsi come una pratica appartenuta al passato. Preservare questo patrimonio e consegnarlo alle generazioni future lo rafforza, e lo mantiene vivo, permettendogli anche di cambiare e adattarsi alle nuove esigenze;
                l'Italia possiede il patrimonio inestimabile delle lingue latina e greca troppo spesso bistrattate, mentre queste lingue, non più parlate da nessun popolo, hanno svolto nella storia delle idee e della cultura un ruolo fondamentale, e tuttora costituiscono un inestimabile tesoro dell'umanità. Così il sanscrito ha, non solo in India, trasmesso intatte dottrine e speculazioni filosofiche da epoche remotissime fino ai nostri giorni; così l'arabo classico e il persiano medievale ci hanno consegnato le meditazioni dei mistici sufi e le discussioni dei pensatori che riflettevano con profondità sui testi sacri e sulle opere d'Aristotele e Platone; così la lingua ebraica, solo di recente riportata alla vita, ha per quasi due millenni tramandato la sapienza d'un popolo nelle forme consacrate dai suoi testi; così il cinese antico ci consente ancor oggi d'ascoltare la lezione di Confucio e Laoze. Tutte queste lingue, e le civiltà ch'esse esprimono, costituiscono un grande patrimonio, che va fortemente tutelato e difeso;
            considerato inoltre che:
                l'Europa tutta riconosce nelle civiltà greca e latina le radici storiche del proprio mondo e il tesoro inesauribile della memoria comune del vecchio continente. La lingua greca, sfruttando la sua estrema malleabilità e la sua formidabile potenza espressiva, ha dato voce al pensiero filosofico e, attraverso di esso, a concetti come quello di libertà, di virtù, di democrazia, di politica, dell'idea che trascende la miseria transeunte. È la lingua in cui s'è forgiato tutto il lessico intellettuale europeo, che ancor oggi s'adopera nell'intero mondo occidentale ogni volta che si fa riferimento a creazioni o scoperte dello spirito umano, alle scienze della natura, alla medicina, alla filosofia);
                il latino, con la sua solennità e la sua concretezza, ha accolto l'eredità della Grecia, e ha costituito, ben oltre i confini temporali dell'Impero politico che la sosteneva e diffondeva, il veicolo comune della cultura europea, dando la possibilità ad uomini diversi per nazionalità, per religione e per costumi, di sentirsi cittadini di un'unica res publica, che, pur avendo perduto quell'unità materiale che era stata garantita da Roma, ne conservava i due doni più preziosi: la lingua unica e le leggi;
                le nuove esigenze di tipo pragmatico stanno lentamente emarginando lo studio delle lingue latina e greca nelle scuole di tutt'Europa. I futuri uomini colti del nostro continente rischiano dunque d'ignorare quasi del tutto il passato in cui affondano le radici della nostra civiltà e del nostro pensiero. Non ci si può accontentare d'una conoscenza sommaria e superficiale raggiunta attraverso traduzioni e resoconti in chiave moderna: né può costituire elemento di conforto la presenza del latino e del greco come lingue in scuole di tipo professionalizzante, destinate solo a formare futuri antichisti, in cui tali discipline non hanno più la funzione formativa di garantire una possibilità all'uomo colto d'accedere alle radici del suo passato, ma costituiscono un mero strumento di lavoro per lo svolgimento della sua futura professione. Delle tre radici della civiltà europea, latina, greca e cristiana, l'Italia, per la sua particolare condizione di territorio in cui la cultura ellenica ha sviluppato fiorenti colonie e straordinarie scuole di pensiero filosofico, e Roma ha, costituito da un lato il centro propulsore dell'impero che da lei prende nome, e dall'altro la sede primaria e il punto d'irradiazione della cultura cristiana; l'Italia, dicevamo, rappresenta quasi il punto d'ideale confluenza storica;
            impegna il Governo:
                a farsi garante d'una continua sensibilizzazione soprattutto nelle politiche scolastiche, per la salvaguardia concreta delle lingue latina e greca, come massima espressione della sostanza culturale d'Europa, portata in diverse parti del mondo;
                ad istruire sollecitamente e, ove ne ricorrano i presupposti, a sostenere le proposte volte a  dichiarare il latino e il greco «patrimonio culturale dell'umanità» non soltanto europea, ma anche extraeuropea, come elemento unificante della civiltà occidentale e come eredità d'inestimabile valore lasciataci da oltre duemilasettecento anni di storia culturale;
                a voler assumersi la responsabilità di «garante della salvaguardia del latino e del greco» come discipline portanti, assieme alla filosofia, di una scuola formativa non professionalizzante, e di un'educazione globale e umana delle nuove generazioni.

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