19 aprile 2024: a duecento anni dalla morte, i Filelleni Italiani commemorano Lord Byron presso il Cimitero Inglese di Salerno.

 


La Società Filellenica Italiana, in collaborazione con la Comunità Ellenica di Napoli e Campania e con il Patrocinio dell'Ambasciata della Repubblica di Cipro in Italia, ha scelto di commemorare Lord Byron in occasione del bicentenario della morte, presso il Cimitero britannico dove sono sepolti i soldati caduti durante lo sbarco alleato di Salerno.

Di seguito pubblichiamo il discorso tenuto dal Prof. Marco Galdi, Presidente della Società Filellenica Italiana.

"Ci sono, nella storia dell’umanità, dei crocevia.

A un certo punto della storia, libertà e autocrazia si scontrano.

E l’umanità può imboccare la via dei valori, della democrazia, della libertà dei popoli… o quella della sopraffazione e dell’arbitrio.

Accadde alle Termopili, quando 300 spartiati e il loro re Leonìdas, pur sapendo di morire, non indietreggiarono di fronte alle migliaia di Medi e al tradimento di Efialte.

"Onore – scrive Kavafis - a quanti nella propria vita
si proposero la difesa di Termopili".
Mai allontanandosi dal dovere;
giusti e retti in tutte le azioni,
con dolore perfino e compassione;
generosi se ricchi e, se poveri,
anche nel poco generosi,
pronti all’aiuto per quanto possono;
sempre con parole di verità
ma senza odio per chi mente.
E ancora maggiore onore è loro dovuto
se prevedono (e molti lo prevedono)
che alla fine apparirà un Efialte
e i Medi infine passeranno".

Accadde il 19 aprile 1824, esattamente due secoli fa, quando la morte rapì l’ancora giovane e intensa vita - aveva appena compiuto 36 anni - di George Gordon Noel Byron.

Lord Byron era partito da Genova per difendere la libertà del coraggioso Popolo Greco oppresso dal giogo ottomano e, con la Sua morte, è diventato il simbolo del Filellenismo militante e dei valori di libertà che esprime.

C’è un filo sottile, come Filelleni Italiani dobbiamo ricordarlo, che unisce questa vicenda all’Italia. Fu dopo il fallimento dei moti carbonari del 1820-21, che molti patrioti italiani videro nell’insurrezione greca quel crocevia della storia, che avrebbe permesso in tutta Europa la rinascita delle Nazioni, la “primavera dei popoli”.

Così Lord Byron, con Pietro Gamba, suo giovane e grande amico, che gli aveva fatto conoscere in Italia la Carboneria, partirono per la Grecia. E come loro tanti patrioti italiani, più o meno noti. Fra essi il Conte Santorre di Santarosa, che era stato Ministro della Guerra del governo provvisorio del Regno di Sardegna retto dal Principe Carlo Alberto, e, dopo la restaurazione di Carlo Felice, giunto in Grecia, moriva, da soldato semplice, nella difesa dell’isola di Sfacteria, di fronte a Navarino, l'8 maggio 1825.

Byron sostenne finanziariamente e operativamente, con tutte le sue energie, l’insurrezione greca, affiancando il capo greco, Alexandros Mavrokordàtos ed equipaggiangone la flotta, che salpò da Cefalonia, all’epoca possedimento inglese, per Missolungi, nel Golfo di Patrasso, assediata dalle forze turche.
Missolungi, dove Lord Byron avrebbe incontrato la morte, oggi, due secoli fa.

Un presagio di questa fine in terra di Grecia lo troviamo nella coda al poemetto The Isles of Greece, che Byron scrive dopo il suo personale e giovanile Grand tour in terra greca:


“Mettimi sul ripido marmo di Sunion,
Dove niente, tranne le onde e io,
possiamo udire i nostri reciproci respiri;
Là, come un cigno, lasciami cantare e morire:
una terra di schiavi non sarà mai mia!
Bevi, tutto in un sorso, il tuo bicchiere di vino di Samo!”


Ma un crocevia della storia passò qui, su questo litorale, il 9 settembre del 1943, dove migliaia di giovani vite si sono immolate per gli stessi valori di libertà.
Qui riposano 1851 giovani soldati, di diverse nazioni.

· 1653 provenienti dal Regno Unito
· 27 provenienti dal Canada
· 10 dall’Australia
· 3 dalla Nuova Zelanda
· 9 dal Sud Africa
· 53 caduti provenienti dall’India e dal Pakistan
· 109 caduti ignoti
· 1 russo


Vorrei nominarli tutti, uno per uno, compreso i soldati senza nome. Perché erano giovani vite, speranze, 1851 proiezioni alla felicità, infrantesi su questo tratto di mare…

Fra essi, nella giornata del Filellenismo militante, ci piace però ricordare, in particolare, i giovani ciprioti, che combattevano sotto le insegne inglesi e che qui giacciono, lontani dal caldo sole dell’isola di Afrodite.

Ma in questa celebrazione del 19 aprile, ormai da alcuni anni, la Filellenica è solita fare memoria anche di altri martiri, che sentiamo particolarmente vicini a noi.
Era il settembre del 1944, 80 anni fa, su un altro litorale molto simile a questo, quando la terza brigata greca di Montagna affrontò con coraggio l’esercito nazifascista nella Battaglia di Rimini, liberando la città ma lasciando sul campo 114 giovani vite: la Grecia, che con sprezzo Mussolini aveva inteso umiliare nell’ottobre del ‘40 e che, indomita, non si piegò, venne in soccorso del popolo italiano. Anche a quei 114 soldati va il nostro pensiero e la nostra riconoscenza.

"È l’ora in cui s’ode tra i rami – scrive Lord Byron -
la nota acuta dell’usignolo;
è l’ora in cui i voti degli amanti
sembrano dolci in ogni parola sussurrata
e i venti miti e le acque vicine
sono musica all’orecchio solitario.
Lieve rugiada ha bagnato ogni fiore
e in cielo sono spuntate le stelle
e c’è sull’onda un azzurro più profondo
e nei cieli quella tenebra chiara,
dolcemente oscura e oscuramente pura,
che segue al declino del giorno mentre
sotto la luna il crepuscolo si perde".

E’ questa l’ora degli eroi, del tramonto struggente di vite votate alla libertà.

E come nel giardino degli Eroi (Ο Κήπος των Ηρώων) di Missolungi è conservato il cuore di Lord Byron, così in questo luogo sacro si custodiscono i cuori di martiri della libertà.

A loro, a tutti coloro che hanno sacrificato la propria vita sul crocevia della storia, dalle Termopili ai giorni nostri, va l’umana compassione. Ma a loro, soprattutto, l’onore, a loro la gratitudine profonda per il bene prezioso della libertà, che ci hanno donato con il sacrificio della propria vita.
Grazie!"




Alla celebrazione hanno preso parte l'Arch. Xenia Marinaki, Presidente della Comunità Ellenica di Napoli e Campania, e il Dott. Paul Kyprianou, Console Onorario della Repubblica di Cipro a Napoli.













Ecco il manifesto dell'iniziativa.





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