Il 19 aprile 1824 a Missolungi moriva Lord Byron, accorso per sostenere il Popolo greco in lotta per la propria indipendenza contro l'oppressione turca. La Grecia libera celebra, da allora, ogni anno in questa data, il filellenismo militante... E’ ormai tradizione che il 19 aprile, nella qualità di Presidente della Società Filellenica Italiana, con questo esordio, rivolga un personale saluto a quanti condividono i nostri ideali. Quest’anno, però, c’è una novità di grande rilievo che è bello condividere: in occasione delle ultime "Giornate Elleniche" (ottobre 2024) è nata una rete dei movimenti filellenici operanti in Italia, che include, oltre alla Società Filellenica (Italiana e Lombarda), l’Associazione “Borgo dei Greci” di Livorno, il Dopolavoro Filellenico di Taranto e l’Associazione “Piemonte-Grecia Santorre di Santarosa” di Torino. Testimonia questo legame di valori e sentimenti, ma anche di impegno culturale e operativo, la presenza in questa lettera, subito dopo la mia breve introduzione, di tre, altrettanto succinti, interventi da parte dei Presidenti di queste Associazioni. Altra circostanza che merita di essere menzionata è la ricorrenza, nel 2025, del bicentenario della morte di Santorre di Santarosa, eroe del Risorgimento italiano e della guerra di indipendenza greca, nella quale trovò la morte, a Sfacteria, l'8 maggio 1825. A lui è dedicato questo blog (sua è anche l'immagine riprodotta). Concludo con l’augurio che il filellenismo ed i suoi valori di libertà, fratellanza e solidarietà, ma anche la sua forte identità mediterranea, possano sempre più radicarsi nelle nostre comunità!
Prof. Marco Galdi, Presidente della Società Filellenica Italiana
L’intervento del dott. Umberto Cini, Presidente dell’Associazione “Borgo dei Greci” di Livorno
Il mio accesso all’universo dell’ellenismo ha seguito un percorso insolito. Non ci sono avi greci nella mia famiglia, ma quando ho iniziato i miei studi ginnasiali di greco antico ero già stato esposto, bambino ancora, al fascino della grecità vivente. Ho avuto così la fortuna di avvicinarmi a una materia considerata remota avendo nell’orecchio il suono e il tono della lingua greca come si parla oggi. Il tema della continuità culturale e linguistica dell’ellenismo, su cui tanto si arrovellano i greci, ha quindi necessariamente assorbito anche me. E con esso la questione della spazialità del mondo greco, con i suoi moti di sistole e diastole fra Oriente e Occidente e le sue mille declinazioni della figura di Ulisse. I greci come instancabili traghettatori di cose concrete e di concetti astratti fra civiltà distanti, e la loro capacità di porsi tra esse come punto d’equilibrio mirabile nella sua precarietà: questo, in poche parole, mi ha reso filelleno.
L’intervento del prof. Giancarlo Antonucci, Presidente del Dopolavoro Filellenico di Taranto
Ritengo che il Filellenismo oggi si debba intendere come un sentimento intenso, una passione molto simile all’innamoramento, per il popolo greco, la lingua, la civiltà ellenica antica e moderna nella sua millenaria diacronicità, in tutte le sue sfaccettature, alla ricerca degli aspetti più gradevoli e privilegiando – per quanto è possibile – la vita di ogni giorno, il contatto diretto, il dialogo continuo con le persone, con le quali è facile entrare in immediata sintonia, e stabilire velocemente profondi e duraturi legami di intima e sincera amicizia che offrono sollievo allo spirito.
Dopo duecento anni dall’ideale storico del sacrificio supremo in nome della fratellanza dei popoli, il sentimento filellenico dev’essere vissuto oggi come una tensione verso la conoscenza, la comprensione, l’unità, in un abbraccio ideale di elementi storici, linguistici, culturali in genere, che ci riuniscono e ci rendono tutt’uno col mondo ellenico e ci consentono di ritrovare, in esso, noi stessi e le nostre radici.
L'intervento del Prof. Alexis Tsoukiàs, Presidente dell’Associazione “Piemonte Grecia Santorre di Santarosa”
Perché gli Italiani sono sempre così vicini alla Grecia? Da Greco che vive in Italia da quasi mezzo secolo mi sono chiesto più volte perché la Grecia è sempre presente nell’immaginario del/della cittadino/a italiano/a?
Ci sono le risposte semplici:
- la vicinanza… ma ci sono altri più vicini e non c'è la stessa intensità ...
- la cultura classica, certo, ma questa è sempre meno presente dei programmi
scolastici, mentre l'interesse per la Grecia non diminuisce, al contrario ...
- le belle spiagge, ma ci sono moltissimi posti vicini all'Italia (per non parlare dell'Italia stessa) con belle spiagge ...
Insomma, sì forse un po’ di tutto questo c'è, ma non basta a spiegare perché da
più di due secoli ci sono italiani che mettono addirittura a rischio loro stessi nei momenti del bisogno. E non parlo solo dei filelleni che due secoli fa hanno combattuto in Grecia per la sua indipendenza, ma anche di tutti quelli che hanno aiutato la resistenza greca al regime fascista dei colonnelli o alla solidarietà popolare durante la recente crisi finanziaria.
Bene! Credo che ci siano ragioni più profonde che cercherò di riassumere in un concetto complesso: l'interculturalità mediterranea, questo crogiolo di culture che il bacino del mediterraneo rappresenta e dove i due paesi (l'Italia e la Grecia) sono dei riferimenti imprescindibili. Concetto reso materialmente visibile in uno dei capolavori del compianto Fabrizio de André, Creusa de Mà. Concetto che unisce i due popoli anche nel loro tentativo di far scrivere questa interculturalità nell'identità culturale dell'Europa che stiamo costruendo e che è nata sulle sponde del Mediterraneo.
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